Avvisatore sismico a doppio effetto Galli-Brassart

Galli-Brassart 1881 - 1886

Strumento della serie degli avvisatori sismici Galli-Brassart più completo, perché rileva entrambe le componenti e, esemplare unico, registra su carta telegrafica dei punti per ogni attivazione dello strumento.

IDEAZIONE

i 279000 01nNel 1881, l’Ufficio Centrale di Meteorologia affidò alla ditta F.lli Brassart di Roma l’ideazione e la costruzione di avvisatori sismici nell’ambito del progetto di realizzazione di una rete di stazioni sismiche alle falde dell’Etna. Gli strumenti dovevano essere di facile installazione e manutenzione per un loro utilizzo anche negli uffici telegrafici del regno. I Brassart utilizzarono per i movimenti verticali la molla a spirale e per i movimenti orizzontali un sensore che si basava sul principio già ideato da Ignazio Galli, costituito da una massa di piccole dimensioni che cade in un imbuto metallico scannellato secondo le direzioni della rosa dei venti. I Brassart ebbero l’intuizione di produrre basi standard di varie misure su cui si potevano realizzare diverse configurazioni strumentali a partire da: i sensori per i movimenti verticali e orizzontali e l’orologio sismoscopico.

FUNZIONAMENTO

i 279000 04nQuesto strumento rappresenta la sintesi più completa fra gli avvisatori sismici progettati dai Brassart. Esso raccoglie in un unica base tutti i componenti: orologio sismoscopico e sensori per i movimenti orizzontali e verticali, movimenti all’epoca descritti rispettivamente come scosse ondulatorie e sussultorie. Il sensore per i movimenti verticali è costituito da una colonna di ottone incurvata in alto, a forma di squadra, alla quale è sospesa, mediante una molla, una massa metallica che termina nella parte inferiore con un ago di platino. Sotto l’ago, un contenitore di rame, retto da una colonnina di supporto, è riempito di mercurio; una vite di fissaggio del contenitore permette di regolare la distanza tra l’ago e la superficie del mercurio. La colonna che regge la molla e la basetta del contenitore di mercurio sono isolate alla base da una rondella di ebanite e sono dotate di morsetti per la connessione a un circuito elettrico.

Il sensore per i movimenti orizzontali, sistema Galli, è un pendolo rovescio non vincolato composto da un’asta di ottone che termina in alto a forma di sfera, in equilibrio sopra una colonnina, accanto alla quale un’altra colonnina regge un disco forato a forma di stella a otto punte, orientata secondo la rosa dei venti. Le colonnine di supporto sono elettricamente isolate dalla base e collegate a morsetti elettrici.

La forma più semplice dell’orologio sismoscopico è costituita da un orologio che, in condizione di riposo, è regolato sul mezzogiorno e il cui pendolo viene mantenuto fermo.

Fra il sensore verticale e l’orologio sismoscopico vi è il sistema di sblocco dell’orologio, costituito da un’elettrocalamita e da un meccanismo a bilancia con due bracci di lunghezza diversa. Il braccio più lungo ha la funzione di mantenere bloccato il pendolo dell’orologio, mentre il braccio corto porta alla sua estremità l’àncora dell’elettrocalamita. Un circuito elettrico, alimentato da una pila, comprende i sensori, il sistema di sblocco dell’orologio e un campanello. In condizione di riposo, i sensori costituiscono altrettanti interruttori elettrici aperti. In caso di evento sismico, se l’ago del sensore verticale tocca la superficie del mercurio e/o il pendolo del sistema Galli cade sul disco forato, il circuito elettrico si chiude, suona il campanello e l’àncora viene attratta dall’elettrocalamita, sbloccando così il pendolo dell’orologio che entra in funzione. L’orologio indicherà così il tempo trascorso dalla sua attivazione e consentirà di conoscere l’ora della scossa.

L’esemplare della figura in apertura è una variante costruttiva unica; è dotato anche di una rotella di trascinamento per la carta telegrafica, solidale al perno di rotazione delle lancette dell’orologio, e di un pennellino collegato al sistema di sblocco dell’orologio. Per ogni attivazione dell’elettrocalamita il pennellino, intriso di inchiostro, segna un punto sulla carta.

DIFFUSIONE E NOTE

I primi esemplari di questo strumento furono collocati prevalentemente negli uffici telegrafici delle località che formavano la rete sismica etnea, mentre altri furono assegnati a stazioni ritenute importanti per la sorveglianza sismica e lo studio della sismicità della Sicilia e della regione calabro–peloritana. Il primo strumento di questa serie, presentato nella mostra allestita all’Esposizione generale italiana di Torino del 1884, ottenne un grande successo e fu richiesto da molti osservatori.

Negli anni successivi, i fratelli Brassart realizzarono altre versioni dei primi avvisatori, successivamente utilizzati anche per attivare la registrazione su vetro affumicato o carta di strumenti più sofisticati, come i sismometrografi a massa stazionaria Brassart. Più recentemente, nel 1953, Wilhelm Hiller (1899 - 1980) progettò un sismoscopio simile per determinare la direzione del primo arrivo di un terremoto, così da poterne determinare il meccanismo focale. Egli realizzò e utilizzò alcuni esemplari dello strumento, senza i risultati sperati.

SCHEDA TECNICA

Dimensioni: 40x17x30cm
Materiali: ghisa, ferro, ottone, rame, ebanite
Stato di conservazione: molto buono

Proprietario dell'esemplare in primo piano: CREA