Microsismografo orizzontale Vicentini Giuseppe Vicentini 1895 Strumento considerato i più sensibili fra la fine dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento da alcuni dei principali sismologi del suo tempo fra cui Emil Wiechert e John Milne. |
IDEAZIONE
Nel 1895 Giuseppe Vicentini e Giulio Pacher (1867 - 1900) realizzarono un microsismografo per le componenti orizzontali a registrazione meccanica con l’intento di ottenere un ingrandimento paragonabile a quello degli strumenti di Rebeur-Paschwitz e delle successive modificazioni. Lo strumento fu accolto con notevole interesse dalla comunità sismologica italiana e internazionale. Emil Wiechert, in fase di progettazione dei suoi sismografi, venne in Italia nel 1899 e, visitando diversi sismologi italiani per studiare gli strumenti da loro ideati, si soffermò sul microsismografo di Vicentini che definì il più sensibile. Anche John Milne fu dello stesso parere, anche se fece strumentare la propria rete mondiale con strumenti di sua progettazaione largamente meno sensibili.
FUNZIONAMENTO
Lo strumento si compone di un pendolo verticale di 1,5m (n destra nell'immagine) e di una massa di 100kg. Il moto relativo della massa è amplificato da una leva verticale costituita da un tubo di sottile lamina di alluminio, fissato a un cerchietto dello stesso metallo.
Un ago di acciaio attraversa superiormente il cerchietto; un secondo ago di acciaio è fissato alla estremità del tubo di alluminio. La punta dell'ago superiore, appoggia nella cavità conica di un cappelletto di vetro, fissato a un supporto àncorato rigidamente al muro su cui è installato lo strumento. Il moto orizzontale di questa leva è scomposto, da altre due leve, in due componenti ortogonali: una parallela al muro di sostegno e l’altra perpendicolare.
Entrambe le leve sono girevoli intorno a due sottili aghi di acciaio, ognuno mantenuto verticale da una staffa. Anteriormente le leve terminano con due sottili strisce di vetro, fuse agli estremi in modo tale da assumere forma sferica; queste rappresentano i pennini scriventi sulla carta affumicata.
Due piccoli tubi di ottone infilati sul braccio corto delle leve fungevano da contrappeso. L'ingrandimento fornito dal sistema di leve amplificatrici è di circa 80 volte.
Le registrazioni avvengono su nastro di carta affumicata; il nastro poggia superiormente sopra un cilindro mantenuto in rotazione da un meccanismo a orologeria. Un secondo cilindro posto nella parte inferiore del nastro di carta ha la funzione di mantenerla in tensione.
La registrazione del tempo viene effettuata sul nastro di carta affumicata da un terzo pennino scrivente, comandato dall'àncora di un elettromagnete inserita in un circuito elettrico comprendente anche un pendolo di precisione. La chiusura del circuito avviene a ogni minuto tranne una volta all'inizio di ogni ora, in modo tale da poter facilmente calcolare il tempo.
Nei primi anni del Novecento, con l’introduzione dello smorzamento per i sismografi a registrazione meccanica a opera di E. Wiechert e di B. B. Galitzin, per quelli a registrazione ottica, anche Vicentini integrò i suoi strumenti con sistemi di smorzamento a olio o ad astatizzazione magnetica.
Del primo tipo sopravvive un esemplare all’Osservatorio Valerio di Pesaro, in cui la massa è solidale con un contenitore di olio minerale all’interno del quale è immerso un cilindro di lamiera con un cappello metallico, quest’ultimo solidale al muro, che costituisce l’elemento smorzante.
In caso di terremoto, con l’oscillazione del muro oscillano il supporto della leva di registrazione e il cilindro di smorzamento, mentre la massa e con essa il contenitore dell’olio rimangono fermi. Questo movimento relativo provoca attrito fra il cilindro di lamiera e l’olio, causando lo smorzamento che si contrappone alla causa che l’ha generato.
DIFFUSIONE E NOTE
Gli strumenti funzionarono in almeno 30 osservatori in Italia e all’estero. In particolare, dal 1895 al 1934 per periodi diversi, funzionarono in Italia a: Genova, Pavia, Piacenza, Verona, Padova, Venezia, Treviso, Livorno, Firenze, Pesaro, Siena, Sinalunga, Rocca di Papa, Napoli, Taranto, Catanzaro, Mileto, Messina, Catania; e nel mondo a: Lubiana, Mostar, Barcellona, Almeria, Tortosa, Malaga, Manila, Ambulong, Baguio nelle Filippine e La Plata in Argentina.
SCHEDA TECNICA
Dimensioni complessive della versione per le componenti orizzontale e verticale: 200x40x300cm;
Materiali: ferro, ferro magnetizzato, acciaio, ottone, alluminio, vetro.
Stato di conservazione: molto buono
Proprietario: Comune di Pesaro - Osservatorio Valerio