Il drammatico ripetersi di terremoti a Casamicciola, prima il 4 marzo 1881 e poi il  28 luglio 1883, richiamò fortemente l’attenzione del pubblico e del Governo italiano sull’importanza degli studi sismici. Su proposta di quest'ultimo il Parlamento decretò nell’anno stesso di erigere in Casamicciola un osservatorio apposito per le osservazioni geodinamiche. Inoltre, il Ministero di Agricoltura Industria e Commercio propose la nomina di una speciale Commissione con l’incarico di studiare l’organizzazione di un regolare servizio geodinamico, esteso a tutto il Regno.

La Commissione fu istituita con R. Decreto del 20 dicembre 1883, e chiamato fu a presiederla Quintino Sella. Ma la Commissione, per varie ragioni, fra cui quella della morte di Sella, non poté riunirsi se non nel 1885 sotto la presidenza del prof. Pietro Blaserna.

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Fu stabilito di impiantare un ristretto numero di osservatori geodinamici di primo ordine, destinati a contenere gli strumenti più sensibili del tempo; tali osservatori dovevano dipendere direttamente dal Governo, cioè essere serviti da apposito personale di nomina governativa. Fu, inoltre, previsto un certo numero di osservatori di 2° ordine, e come tali furono chiamati a funzionare molti degli osservatori meteorologici già esistenti, corredandoli opportunamente di apparati rilevatori e registratori dei terremoti. Infine la rete doveva essere completata con numerose stazioni di terz'ordine, cioè fornite soltanto di avvisatori sismici, atti a segnalare semplicemente le scosse, dandone l’ora e, al più, anche la direzione del primo impulso e il carattere, se orizzontale o verticale. Si consigliava che questi avvisatori fossero collocati di preferenza negli uffici telegrafici, affinché le notizie di scosse avvenute potessero prontamente essere trasmesse per telegrafo all’osservatorio principale della regione, ovvero a un ufficio centrale.

Rispetto alla distribuzione delle stazioni sismiche, la Commissione, anziché proporre una distribuzione uniforme con una divisione per provincie come s’era fatto per la meteorologia, giustamente scelse le aree dove le osservazioni degli anni precedenti e la storia sismica già avevano dimostrato essere maggiore la frequenza e l’intensità dei fenomeni endogeni di qualsiasi natura.

Prendendo per base la divisione per 'regioni sismiche', il concetto adottato dalla Commissione geodinamica era che in ognuna di queste regioni sorgesse possibilmente una stazione di prim’ordine, contornata da un adeguato numero di stazioni di secondo e terzo ordine, a somiglianza di ciò che già era stato fatto per la regione etnea. Infatti, dopo l’eruzione avvenuta nel 1879, sulla proposta di una Commissione della quale aveva fatto parte già lo stesso Blaserna insieme a Gaetano Gemmellaro e Orazio Silvestri, erano stati collocati molti avvisatori sismici nei vari uffici telegrafici, tutti facenti capo allora all’istituto vulcanologico dell’Università di Catania, diretto da Silvestri. In seguito alle proposte fatte dalla R. Commissione geodinamica, gli osservatori geodinamici governativi primi a sorgere furono quelli di Catania, di Casamicciola e di Rocca di Papa.

L’osservatorio di Catania doveva considerarsi come il centro delle osservazioni sismiche della Sicilia e delle isole adiacenti; esso fu dapprima affidato al Silvestri che, come sopra si disse, già teneva l’istituto vulcanologico; ma, dopo il 1890, fu aggregato all’osservatorio astronomico e messo sotto la direzione del Annibale Riccò.

Per Casamicciola, la Commissione ratificava l’istituzione dell’osservatorio che già era stata deliberata dal Governo, suggerendo di costruirlo col sistema baraccato nella località della Grande Sentinella e di destinarlo non solo per le osservazioni sismiche, ma anche per tutte quelle altre ricerche geofisiche che potevano farsi in quell’isola d’Ischia, tanto interessante per fenomeni idrotermali.

Alla direzione fu chiamato da Trieste Giulio Grablovitz, giovane che già si era distinto con buoni lavori sull’astronomia, sui terremoti, e sulle maree. E poiché la costruzione dell’Osservatorio di Casamicciola ritardava per varie difficoltà d’indole amministrativa e scientifica, Grablovitz provvide intanto ad allestire un osservatorio di second'ordine alla ex Casina Reale al porto d’Ischia, la quale poi non fu mai abbandonata, neanche dopo l’erezione della stazione principale alla Grande Sentinella.

A Rocca di Papa, dove De Rossi già teneva in un suo osservatorio privato alcuni strumenti sismici, fu stabilito di impiantare un ben fornito osservatorio di prim'ordine, con apposito edificio, adiacente alla rupe a picco, che sovrasta al paese. Direttore doveva essere, naturalmente, il De Rossi.

Per questi osservatorii che sorgevano. e per gli altri che sarebbero sorti in seguito, occorreva preparare per tempo un personale tecnico idoneo, cioè che fosse atto dapprima alle funzioni di assistente, e poi a coprire i posti di direzione che eventualmente si fossero resi disponibili in seguito. A ciò, già aveva pensato il Ministero di Agricoltura, dietro suggerimento di Blaserna e Tacchini, bandendo fin dal novembre 1884 un concorso fra laureati in fisica per dare borse di studio, affinché, durante un biennio, potessero i due giovani vincitori perfezionarsi specialmente nella parte teorica e pratica degli studi sismici. Dopo di che sarebbero potuti entrare il servizio attivo presso gli osservatori geodinamici. I primi a beneficiare di queste borse di studio fruirono dapprima Giovanni Agamennone e Luigi Palazzo, e più tardi Adolfo Càncani.

Un’altra questione, non meno importante di quelle riferentisi agli osservatori da impiantarsi nelle varie regioni, era l’istituzione di un ufficio centrale per la geodinamica. La R. Commissione geodinamica decise di fare afferire il servizio geodinamico all'Ufficio Centrale di Meteorologia meteorologia, che assunse quindi la nuova denominazione di Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica. Questo per evitare inutili duplicazioni per le affinità, esistenti a quel tempo, fra i due servizi sui modi di raccogliere e di diffondere le osservazioni.

Por troppo, per ragioni finanziarie, non poterono avere altrettanto pronto e felice esito altre proposte, e cioè di fondare osservatorii di prim'ordine anche in altri punti del Regno, oltre a quelli, già nominati.  Fu solo molto più tardi, che il numero degli osservatori geodinamici governativi fu accresciuto di due unità: e cioè dell’osservatorio di Pavia e di quello di Salò.

Infine, la Commissione geodinamica si occupò pure della scelta dei primi strumenti sismici da installare negli osservatori. Fu deciso che il sismografo Cecchi e quelli da realizzare in Italia simili a quelli già costruiti nel Giappone dovessero essere automatici e registratori e basarsi sul concetto fondamentale della massa stazionaria per la registrazione delle tre componenti del moto sismico, due orizzontali e una verticale.

Sulle direttive indicate dalla Commissione, i meccanici fratelli Brassart, dell’Ufficio centrale di meteorologia, riuscirono a combinare due modelli di sismografi che rispondevano alle condizioni volute. Quanto agli avvisatori sismici, venne approvato un tipo semplice, sempre costruito dai Brassart, da fornire alle stazioni sismiche di terz'ordine.

Con gli studi e le proposte fatte, il mandato della Commissione reale geodinamica poteva dirsi esaurito. Pertanto la suddetta Commissione venne disciolta con un decreto reale del 9 giugno 1887, e fu da allora che l’Ufficio centrale di Roma assunse il suo titolo definitivo di R. Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica.

In pari tempo fu modificata la composizione del Consiglio direttivo, con la divisione in due sezioni: l’una per gli affari concernenti il servizio meteorologico; affidando all’altra lo studio delle questioni attinenti al servizio geodinamico.

I membri del Consiglio dovevano essere dodici, oltre al direttore dell’Ufficio, scelti dai quattro Ministeri seguenti: agricoltura industria e commercio, marina, istruzione pubblica, e lavori pubblici, in quanto i ministeri più interessati, tanto al servizio meteorologico, quanto al geodinamico. Con la riunione della meteorologia e della geodinamica sotto una direzione unica (il che si effettuò nel 1887), venne a stabilirsi l’ultima e definitiva fase dell’organizzazione del servizio meteorologico-geodinamico dello Stato.